Sabato 5 ottobre alle 14.00 Linea Blu su Rai 1 –nota trasmissione dedicata al mare ed alle sue bellezze- sarà in parte dedicata all’approfondimento dell’azienda Reho Mare S.r.l. di Gallipoli operante nel settore dell’acquacoltura, ovvero l’allevamento di pesci in mare.
L’azienda –nata nel 1999 per volere dei cinque fratelli Reho- realizza la maricoltura che, al momento dello start up, rappresentava una formula poco diffusa soprattutto in Italia per via della carenza di luoghi idonei, ovvero riparati e protetti. Una delle innovazioni introdotte dalla Reho Mare è riferibile, oltre che alla localizzazione (l’impianto è realizzato in mare aperto, quindi non in golfi o insenature naturalmente protette il che comporta maggiori oneri ma minori rischi di infezioni e migliore qualità per il prodotto), anche nell’uso dei materiali con cui sono realizzate le gabbie. Si tratta, infatti, di plastiche adeguate a sopportare il moto ondoso (soprattutto in inverno il sito è esposto a mareggiate) ed a flettersi senza subire particolari danni, così come poteva avvenire nel caso d’uso di materiali tradizionali. La posizione e la struttura dell’impianto “costringe” il pesce a muoversi in profondità in un’area che, grazie alle forti correnti, è priva di metaboliti sul fondale; tutto ciò rende i pesci allevati molto simili a quelli presenti in natura e, quindi, le loro carni risultano sode, prive di grassi e ricche di sostanze nutritive naturali di origine planctonica.
Il brand aziendale è “InMare” con cui si enfatizzano le caratteristiche del prodotto (carni sode, magre, digeribili grazie all’ambiente incontaminato ed all’uso di mangimi altamente selezionati) che si perseguono anche con un protocollo di lavorazione che garantisce la qualità e la tracciabilità.
Tale modus operandi ha consentito alla Reho Mare di ottenere la certificazione ICEA (Reg. CE 834¬/2007 e Reg. CE 889/2008), di allevamento ittico biologico che prevede il rispetto di un rigido protocollo di analisi dell’ambiente, del prodotto, dell’alimentazione e della lavorazione.
La ricerca di nuove soluzioni rappresenta una costante per l’azienda che così ha sperimentato l’allevamento di una specie sinora non allevata e poco conosciuta dal consumatore finale: l’ombrina. Si tratta di un pesce di pezzatura sensibilmente maggiore rispetto alle spigole ed alle orate (già allevate dalla Reho) di buon gusto e con un prezzo competitivo rispetto ad analoghe dimensioni.